
Voronoi e la sua ispirazione asiatica
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Introduzione
C’è chi corre, chi dipinge mandala, chi fa yoga all’alba. E poi ci sono quelli che, davanti a un fiume o in mezzo a un bosco, si fermano e iniziano a impilare pietre. Si chiama stone balancing ed è una pratica che sembra un gioco infantile ma che in realtà racchiude una delle forme più pure di meditazione.
Cos’è lo stone balancing
Lo stone balancing nasce come gesto spontaneo: prendere due sassi e cercare di metterli uno sopra l’altro. L’equilibrio è però precario, richiede concentrazione, respiro lento e pazienza.
È un esercizio che unisce corpo e mente: mani ferme, mente sgombra, attenzione al qui e ora. Non a caso, oggi viene spesso associato alla filosofia zen. Non conta tanto il risultato finale – la torre perfetta – ma il processo: stare nel momento, accettare che la struttura possa cadere, ricominciare da capo senza giudizio.
Perché ci affascina così tanto
Abbiamo incontrato lo stone balancing durante un viaggio in Vietnam, dove non è solo un passatempo, ma un vero e proprio rituale spirituale. Ci ha colpito l’aura di calma che lo circondava: il silenzio interrotto dall’acqua, la pazienza nel cercare l’incastro perfetto, l’accettazione serena della caduta come parte del gioco.
Questa pratica affascina perché tiene insieme più dimensioni della nostra esperienza: è gioco e sfida, con il piacere infantile di provare e riprovare; è meditazione attiva, che non richiede tappetini o incensi ma solo concentrazione sul gesto ripetuto; è contatto con la natura, perché ogni pietra è unica, imperfetta e irripetibile.
In un’epoca in cui passiamo più tempo a scorrere schermi che a toccare materiali reali, lo stone balancing ci ricorda l’importanza del feedback tattile: il peso, la ruvidità, la ricerca di equilibrio.
Da questa esperienza è nata una domanda: si possono tradurre queste sensazioni in un oggetto di design?
Così è nato Voronoi, che porta sulla scrivania lo stesso equilibrio tra gioco, meditazione e bellezza imperfetta che avevamo respirato lungo i corsi d’acqua del Sud-est asiatico.
Dal fiume alla scrivania
Non tutti hanno un torrente dietro casa o il tempo di improvvisare torri zen tra i sassi. Ma il bisogno di “staccare”, di rallentare e rientrare in contatto con sé stessi è universale.
Ed è proprio qui che il design può intervenire: portare quelle stesse sensazioni in uno spazio quotidiano come la scrivania o la casa. Oggetti che non sono solo da guardare, ma da toccare, spostare, equilibrare.
Voronoi nasce con questa intenzione: trasformare un’esperienza antica e naturale in una forma contemporanea, capace di unire funzione e poesia. Le sue geometrie, ispirate agli schemi cellulari della natura, e il gioco magnetico dei suoi elementi invitano a creare composizioni sempre nuove.
Non è un soprammobile da contemplare, ma un oggetto da vivere. Un compagno silenzioso che ti ricorda, ogni volta che lo ricomponi, che l’equilibrio non è un punto d’arrivo, ma un processo continuo.